01 Febbraio 2021

Ispra, il report sulla qualità dell'aria negli ultimi trent'anni

Da dove proviene l’inquinamento atmosferico in Italia e come è cambiata in questi anni l'aria che respiriamo? Ha tentato di spiegarlo l'Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, pubblicando l'Italian emission inventory 1990-2018, un documento che rende noti gli andamenti delle emissioni inquinanti dal 1990 al 2018.

Dai dati in mano all'Ispra, emerge che negli ultimi trent’anni l’inquinamento atmosferico nel nostro Paese si è ridotto progressivamente, ma purtroppo ancora oggi è responsabile dell'insorgenza di malattie respiratorie croniche oltre che di altre patologie come tumori, ictus e cardiopatie ischemiche.

Per quanto riguarda le emissioni di PM10, nel periodo 1990-2018, si è verificato un calo del 40%, passando da 296 Gg a 177 Gg. Anche le emissioni di PM2.5 sono calate del 37%, poiché sono passate da 229 Gg a 143 Gg. Per gli ossidi di azoto (NOx) si è registrata una riduzione del 71% e un trend remissivo di circa il 54% si è registrato anche per i Composti organici volatili diversi dal metano (Covnm).

Ciononostante, come ha indicato l'ultimo Air quality report pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente, l'Italia, con circa 14.600 vittime all’anno, è il primo paese in Europa per decessi causati da biossido di azoto (NO2) ed è al secondo posto per numero di decessi legati al particolato fine PM2,5 (58.600).

L’aria che respiriamo è dunque molto più pulita rispetto al 1990, ma i decessi causati dall'inquinamento atmosferico sono ancora troppi.

Link: https://www.greenreport.it/news/economia-ecologica/ispra-ecco-da-dove-arriva-linquinamento-atmosferico-in-italia/

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