24 Agosto 2020

Progettazione degli spazi e aria indoor ai tempi del Coronavirus

Il modo di abitare dovrà essere interamente ripensato e riformulato dopo il Coronavirus: case, uffici, piazze, centri culturali e luoghi di aggregazione non saranno più gli stessi dopo la pandemia.

Architetti, urbanisti, tecnologi e designer visionari sono già al lavoro nella consapevolezza che la svolta green, applicata alla progettazione degli spazi, non è più procrastinabile.

Tra le priorità del nuovo modo di progettare gli spazi indoor, vi è soprattutto la qualità dell'aria che respiriamo e la qualità dei materiali che ci circondano.

Secondo lo studio virologico statunitense del National Institute of Health, pubblicato sul New England Journal of Medicine, in una stanza a 21°C e con il 40% di umidità relativa il Coronavirus può resistere tre ore nell’aria, tre giorni sul polipropilene, due giorni sull'acciaio inossidabile e un giorno sul cartoncino.

Diventa dunque inevitabile ripensare alla progettazione ambientale partendo dal potenziamento dei sistemi di ventilazione dell’aria.

Si dovrà inoltre progettare città come se fossero costellazioni di eco quartieri al cui interno non sarà più necessario usare l’auto o altri mezzi a motore, perché gli spostamenti verso il centro cittadino e verso altri luoghi di aggregazione e di lavoro saranno meno frequenti. 

In questa maniera la qualità della vita aumenterà perché con l’abbattimento delle polveri sottili e della CO₂, anche la qualità dell’aria migliorerà.

Fonte: 

https://www.repubblica.it/dossier/ambiente/green/2020/04/21/news/piu_spazi_e_piu_parchi_urbani_gli_architetti_reinventano_le_citta_dopo_il_covid_19-254514238/

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