La qualità dell'aria indoor negli ambienti scolastici
Le problematiche legate alla qualità dell’aria indoor negli ambienti scolastici, soprattutto a seguito della pandemia da coronavirus, e il ritardo legislativo in materia hanno spinto il Gruppo di Studio (GdS) Nazionale Inquinamento Indoor, istituito presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ad elaborare un documento in cui vengono elencate le principali strategie da adottare per tutelare e migliorare la salute di alunni e personale docente e non docente.
Per stabilire un buon piano di monitoraggio della qualità dell’aria indoor nelle scuole, occorre raccogliere informazioni di base sull’edificio scolastico (età, ubicazione, tipologia e materiali edili impiegati).
Oltre alle caratteristiche fisiche dell’edificio, la Direzione scolastica e gli Uffici Comunali devono acquisire informazioni sugli impianti e sulle modalità di ricambio dell’aria nelle diverse aree, nonché informazioni sulle procedure e modalità delle pulizie nei diversi ambienti didattici.
Una volta raccolte tutte le informazioni, si procede alla programmazione del monitoraggio degli inquinanti chimici e biologici dell’aria indoor.
Riconoscendo i livelli di concentrazione degli inquinanti nei vari ambienti scolastici (aule, laboratori, palestre, segreterie e uffici) e verificando il corretto funzionamento degli impianti tecnologici di condizionamento (VMC), si può procedere all’individuazione di azioni per risolvere eventuali criticità.
Una buona soluzione per migliorare la qualità dell’aria indoor nelle aule e negli uffici scolastici può essere, ad esempio, quella di installare un sistema di purificazione a raggi ultravioletti come Flexis Plus di Haier, il cui “UVC Generator Module” è in grado di inibire e ridurre la concentrazione del virus Sars-Cov-2 con un’efficienza che raggiunge il 99,998% in 1 ora.