Stagione dei pollini: come capire se si tratta di allergia o Covid-19
Come accade ogni anno, a primavera, la fioritura delle piante fa aumentare la concentrazione di polline nell’aria, con conseguente crescita dei disturbi allergici.
Congiuntivite, lacrimazione, occhi arrossati e gonfi, tosse, starnuti, congestione nasale, prurito a occhi, naso e bocca sono i sintomi tipici di chi soffre di allergia primaverile.
Chi soffre di questi sintomi sa come curarsi con antistaminici e cortisone, ma in tempi di pandemia, questi malesseri possono essere interpretati come l’insorgenza della patologia da coronavirus.
Per capire se si è contratto il Covid 19, la prima cosa a cui prestare attenzione è la presenza di febbre che è invece assente nelle manifestazioni allergiche.
Le persone allergiche tendono a starnutire a raffica e, dopo 4-5 giorni dall’assunzione di antistaminici e corticosteroidi, vedono regredire i sintomi: se ciò non accade, si può pensare di aver contratto il Covid-19 in forma lieve.
Per ridurre le allergie da polline è consigliato l’uso delle mascherine perché questi dispositivi impediscono agli allergeni, che hanno dimensioni maggiori dei virus, di raggiungere le vie aeree.